Generale e uomo politico serbo-jugoslavo.
Ufficiale di cavalleria, partecipò alla preparazione della congiura che
nel giugno 1903 pose fine alla monarchia assoluta degli Obrenovic con
l'uccisione del re Alessandro e di sua moglie, portando sul trono il principe
Pietro Karageorgevic, della famiglia reale esiliata nel 1858. Entrato nel
partito di corte, andò acquistando un crescente potere, partecipando come
militare agli sforzi per unire sotto la
leadership serba gli Slavi
meridionali in un'unica entità statale. Dopo aver preso parte alla prima
guerra mondiale a capo di una divisione nei Balcani orientali,
Z. si
impegnò a reprimere ogni spinta centrifuga e ogni manifestazione di
dissenso contro l'egemonia serba sulle altre nazionalità jugoslave,
divenendo il braccio armato del regime accentratore e autoritario sancito dalla
Costituzione del 1921. Intervenne duramente contro i Croati, e dopo il crollo
del Governo parlamentare nel 1928 (abolizione della Costituzione e scioglimento
della Skupstina) divenne il più stretto e fidato collaboratore del re che
gli affidò la direzione del Governo (gennaio 1929). Dopo aver respinto il
tentativo di invasione degli
ustascia croati e aver consolidato il nuovo
regime,
Z. lasciò il Governo (1932), continuando a esercitare una
notevole influenza negli ambienti di corte e a sostenere una politica tesa a
soffocare ogni spinta nazionalista centrifuga. Dopo l'assassinio di re
Alessandro, nell'ottobre 1934, assunse il comando delle forze armate e fu
ministro della Guerra sino al marzo 1936. In disaccordo col nuovo capo del
Governo, il filofascista Milan Stojadinovic, si schierò all'opposizione,
contro l'avvicinamento all'Italia e contro la firma del Patto di pacificazione
adriatica (marzo 1937). Quando poi il Governo Cvztkovic attuò una svolta
apertamente fascista (1940), egli fu tra i promotori del colpo di Stato
monarchico capeggiato dal generale Simovic (marzo 1941), riassumendo il
ministero della Guerra e impegnandosi nella mobilitazione generale del Paese
contro la Germania. Dopo aver tentato di difendere la capitale, si
rifugiò in Inghilterra al seguito del giovane Pietro II, entrando a far
parte del Governo jugoslavo in esilio (Negotin, Serbia 1879 - Parigi 1947).